Al fine di superare questi problemi ed altri che si presentano quando si hanno cattive condizioni atmosferiche, Marconi elabora un nuovo dispositivo il cui principio di funzionamento si basa sulla smagnetizzazione, in presenza di onde elettriche irradiate da un oscillatore, di un materiale ferroso su cui è avvolto un rocchetto di fili di rame. L'apparecchiatura prende il nome di Detector magneticum ed al suo interno è costituito da due rocchetti ed è collegato al cornetto di un telefono al quale si udono le linee del messaggio trasmesso in alfabeto Morse. Il dispositivo è poi brevettato il 25 giugno 1902 con il numero 10245 ed è stato giudicato dall'inventore stesso come "il più pratico, il più costante e il più semplice ricevitore radiotelegrafico". Il detector magneticum è impiantato sulla nave Carlo Alberto nello stesso anno ed è giudicato dall'ammiraglio della nave, il sig. Carlo Mirabello un "costante ripetitore di ogni segnale radiotelegrafico, non fallisce mai al proprio scopo".
Detector magnetico costruito dalla "Marconi wireless" nel 1902
La notte del 15 dicembre 1902, è inviato il primo messaggio ufficiale da parte del corrispondente del "Times" di Londra che si trova nella stazione di Glace Bay.
Sala di ricezione della stazione "Glace Bay", 1902
Dopo la conferma della possibilità di trasmettere a grandi distanze anche attraverso vasti territori e non solo via mare, un altro grande passo nella storia della radio è stata la costruzione di due stazioni radio, una in Europa e una in Canada.
Molto probabilmente, Marconi è stato stimolato nel compimento di questa sua difficile sfida da parte della madre Annie Jameson e dalla scoperta della ionosfera. La ionosfera, riflettendo sulla terra le onde radio, ha permesso la trasmissione a grandi distanze dei messaggi radio, anzichè limitarsi ai 150 -200 km che i più famosi scienziati al tempo di Marconi ipotizzano.
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